Subito dopo la Seconda Crociata (1145-1149), il cartografo musulmano originario di Ceuta Muhammad al-Idrisi (1099-1165/66), dopo aver viaggiato per molti anni, stabilì la propria residenza in Sicilia, nel mezzo del Mar Mediterraneo, sotto gli auspici del Re di Sicilia Ruggero II per il quale, nel 1154 Al-Idrisi redasse una mappa che cambiò l’intera visione del mondo per i secoli a seguire.
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I primi cartografi, in particolare nel mondo arabo, posizionavano il nord nella parte bassa delle proprie carte geografiche ed il sud nella parte alta. Infatti, per i cartografi musulmani, la Mecca si trovava nella parte settentrionale della penisola arabica, che invece era posizionata al centro della mappa. Inoltre, sulla carta non sono riportati “mostri o simboli matematici o religiosi” nelle aree ancora inesplorate del mondo (ricordate le diciture latine “hic sunt leones?”), a dimostrazione dell’approccio più scientifico e moderno alla cartografia già adottato nella culla delle civiltà mediterranee rappresentata dal Regno Siciliano di Ruggero II.
Per redigere la sua mappa, Al-Idrisi intervistò viaggiatori e mercanti esperti sia individualmente che in gruppo, interrogandoli sulla loro conoscenza del mondo. Scritto in arabo e latino e accompagnato da diverse certe geografiche il Libro di Ruggero (in arabo Kitab Rujar), già rappresentava un mondo di forma sferica.
Per questi motivi, la Tabula Rogeriana, redatta da Al-Idrisi nel 1154 per il re di Sicilia che gli commissionò quest’opera, è stata la mappa più precisa del mondo abitato noto per oltre trecento anni e forse anche di pià. “La posizione relativa dei laghi da cui sorge il Nilo, così come tracciata nelle sue carte” dice S.P. Scott in 1904 “non differisce molto da quella indicata da Baker e Stanley più di settecento anni dopo, inoltre, il loro numero è lo stesso”.
Antonio Salvati