Secondo una recente analisi sulle previsioni di assunzione delle imprese private dell’industria e dei servizi realizzata tra luglio e settembre di quest’anno da Unioncamere in accordo con l’ANPAL, l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, gli interpreti ed i traduttori sono tra le figure professionali più “fortunate” e ricercate dalle aziende, perché più “rare” da procurarsi sul mercato secondo le aspettative delle aziende. Secondo lo studio, infatti, i professionisti del settore linguistico, traduttori e interpreti risultano difficili da reperire sul mercato almeno nel 69% dei casi.
In pratica, sette aziende su dieci faticano ad espandersi sui mercati esteri e a garantire un servizio di qualità nell’assistenza ai propri clienti, con conseguente perdita di potenziali mercati internazionali e danni all’immagine, a causa della difficoltà nel reperire personale qualificato con competenze linguistiche certificate e capacità di mediazione nel settore business to business (B2B).
Traduttori ed interpreti sono quindi una risorsa rara, cost effective, ma non solo. Secondo i dati offerti dallo stesso studio, in rapporto ad altre categorie professionali (ingegneri, architetti, informatici) i professionisti del settore linguistico, traduttori e interpreti in ambito tecnico e scientifico in primis (62,8%), costituiscono altresì la categoria meno bisognosa di interventi formativi da parte delle aziende con conseguente risparmio per le aziende in termini di formazione e riqualificazione del proprio personale.
Considerando il beneficio immediato e potenziale, nonché il ritorno in termini di investimento, non possiamo che concordare con l’analisi di Unioncamere: chi trova un traduttore, trova un tesoro.