Ammettiamolo, a meno di trovarci a L’ippopotamo e ordinare “tre Scotches” (o “Scòtteces”) insieme ai geometri Calboni e Filini, famigerati colleghi della Megaditta fantozziana, è forse opportuno ricordare le poche e semplici regole che disciplinano l’utilizzo dei termini stranieri (soprattutto inglesi) nella lingua italiana. Hai appena ordinato tre drinks? Allora questo articolo fa per te!
Innanzitutto, le parole straniere entrate nell’uso comune non prendono la desinenza del plurale, pur mantenendo gli eventuali segni diacritici e gli accenti. Ad esempio, si dice i computer, i film, i drink, i box, i pub, la slide, i bar, i tram, i file, il dépliant, le élite. Non è necessario, inoltre, per questi termini comuni usare il corsivo nella scrittura!
Viceversa, le parole straniere di uso non comune o il cui uso in italiano è ancora in “via di formazione” vanno scritte in corsivo e prendono la desinenza del plurale. È quindi corretto scrivere l’étude e gli études, la mémoire e le mémoires.
Una curiosità, non è generalmente ammessa l’elisione di fronte alle parole inglesi o comunque straniere che cominciano con “h” aspirata: si scriverà, quindi, lo hamster, lo Holiday Inn. Diverso il caso della parola “hotel” che, essendo di origine francese, ammette l’elisione (l’hotel) e la parola “handicap” che, italianizzata da tempo, ha ormai perso l’originale h iniziale aspirata.
Tuttavia, nel dubbio, quando possibile e sempre che non tu non sia all’Ippopotamo circondato da personaggi di fantozziana memoria… perché non limitarsi ad ordinare semplicemente tre bevande o tre bibite?
Antonio Salvati